Collezione manoscritti

È costituita da 1.301 volumi e buste per circa 6.500 unità.

La collezione è nata grazie ad acquisti e a donazioni di soci e di simpatizzanti della Società. Contiene per la massima parte testi che riguardano la storia del meridione: opere a carattere storiografico, letterario, storico-artistico, raccolte di documenti in originale e in copia, ecc. Non mancano manoscritti membranacei e cartacei di autori classici e medievali, i più antichi del XV secolo. Il primo nucleo della collezione risale al 1879, con l’acquisto di 350 manoscritti (insieme con 16.500 libri) dell’architetto Carlo Parascandolo.

Nella Collezione Manoscritti sono presenti anche testi e documenti prodotti o conservati da singole personalità e famiglie, che non raggiungono un’organicità tale da essere stati considerati come Archivi privati. Si segnalano al riguardo i manoscritti appartenuti a Filippo Agresti, Astarita, Auriemma, Saverio Baldacchini, Luigi Blanch, Bellelli, Borrelli, Francesco Brancaccio e il fratello Tommaso, vescovo di Avellino (1663), Virgilio Catalano, Carlo De Cesare e Assunta Simonelli (41 pergamene e un manoscritto), Vincenzo Della Sala, Giuseppe De Meis, Di Martino di Volturara, Foresti, Ferrarelli, Giorgio Masdea, Mazzacane, Milon, Monfort, Guacci Nobile, Poerio-Imbriani, Plunket, Ruggiero, famiglia Sagarriga, Gennaro Sambiase, Umberto Sicca, Luigi Volpicella, ecc.

Consistenza: 1.301 volumi o buste per circa 6.500 unità, metri lineari 63 (XV-XX sec.).

Chiavi di accesso: Catalogo manoscritto del primo Novecento, alfabetico (2 voll.) e topografico (1 vol.); schedatura in via di ultimazione nel database x-dams a cura di Silvana Musella. Il database è consultabile in sede.

I manoscritti vanno così citati: Società Napoletana di Storia Patria, ms + segnatura.

Le segnature dei manoscritti sono caratterizzate da un numero romano (da XX a XXXIV) seguito da una lettera alfabetica maiuscola e da un numero arabo. È probabile che numero romano e lettera alfabetica corrispondessero, rispettivamente, ad armadi e palchetti della prima sede della Società, in piazza Dante.

Ai manoscritti descritti nel Catalogo del primo Novecento (numeri XX-XXXI) ne sono stati aggiunti altri, recuperati via via dai depositi dopo i danni del bombardamento del 1943. A queste “nuove accessioni” sono stati attribuiti numeri alfabetici che continuano le segnature già esistenti e, a seguire, quelle da XXXII a XXXIV.

Nella tabella che segue sono elencati, nella seconda colonna, i manoscritti aggiunti al nucleo originario. Per chiarezza si indicano, nella prima colonna, i numeri di corda di cui le aggiunte sono la prosecuzione:

Volumi/buste originari

(Catalogo manoscritto e x-dams)

Nuove accessioni”

(solo in x-dams)

XXIV A 1-20

XXIV A 21-29

XXVI A 1-19

XXVI A 20-27

XXVI C 1-12

XXVI C 13-20

XXVI D 1-17

XXVI D 18-26

XXVII A 1-22

XXVII A 23-28

XXVIII B 1-21

XXVIII B 22-31

XXVIII C 1-21

XXVIII C 22-34

XXVIII D 1-26

XXVIII D 27-34

XXIX E 1-14

XXIX E 31

XXXII A 1-8

XXXII A 9-23

XXXII B 1-7

XXXII B 8-19

XXXII C 1-24

XXXII C 25-38

XXXII D 1-24

XXXII D 25-32

XXXII E 1-14

XXXIII A 1-9

XXXIII B 1-6

XXXIII C 1-2

XXXIII C 3-7

XXXIII D 1-19

XXXIII E 1-4

tot. delle “nuove accessioni”:

194 volumi e buste